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Secondo Heat-Moon – convinto che il viaggiatore distratto perda tutti i benefici che può trarre dal viaggio- l’uomo diventa la propria attenzione perché l’osservazione e la curiosità lo plasmano e lo riplasmano continuamente.

Etimologia: curioso – stessa radice di cura – una volta significava “colui che osserva con cura”, attentamente. Forse il tonico della curiosità potrebbe contrastare la sensazione paralizzante che la vita si muova inesorabilmente verso l’assurdo. Assurdo, peraltro, deriva da una parola latina che significa “sorso, ottenebrato”. Forse il viaggio, tramite l’osservazione di ciò che è ovvio e ordinario, può essere una terapia, un mezzo per far sì che l’occhio esterno apra l’occhio interno. I vecchi segnali presso gli attraversamenti incustoditi dei binari ammonivano: FERMA, GUARDA, ASCOLTA. E’ ciò che Whitman ha definito “il profondo insegnamento della ricezione”.

Un nuovo modo di osservare può indurre la scoperta di cose nuove: il radiotelescopio ha individuato quasar e pulsar, il microscopio a scansione elettronica ha evidenziato i flagelli dei batteri. Ma proviamo a ribaltare la domanda: le cose nuove inducono un nuovo modo di osservare?

 

Da Strade blu, W. Least Heat-Moon